Un progetto nelle scuole contro l’obesità infantile

Con la Mutua, uno dei massimi esperti in materia di nutrizione

L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale. Il fenomeno, che in Italia colpisce un bambino su quattro, è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo. Si introducono più calorie di quante se ne consumano, e le conseguenze possono essere gravi.

L’Abruzzo è al quarto posto in Italia per obesità infantile. Una crescita negativa che lo ha visto scalare la classifica negli ultimi anni. Ma perché? Lo abbiamo chiesto al dottor Bruno Adriano Piselli, specialista in Scienze dell’alimentazione e docente di Biologia della nutrizione nell’università di Bari. “Le aree interne”, spiega il medico, “non erano ancora state raggiunte così massivamente dal consumismo, ma oggi la differenza tra città e paesi rurali si è stemperata fino quasi a scomparire, e l’Abruzzo in campo di cattiva alimentazione ha recuperato posizioni”.

Il problema del sovrappeso nei bambini e nei ragazzi va affrontato fin da subito”, afferma lo specialista, “appena il pediatra segnala delle curve di crescita e di altezza fuori dalla norma, bisogna seguire le sue indicazioni e rivolgersi al nutrizionista”.

 

Per questo motivo  la Mutua Abruzzese Salute mette in campo

un PROGETTO DI PREVENZIONE NELLE SCUOLE 

che sarà portato avanti da uno dei massimi esperti del settore

il nutrizionista abruzzese Bruno Adriano Piselli.

 

Ma vediamo per punti quali sono le cattive abitudini, le conseguenze e soprattutto, come fare prevenzione a cominciare dalla tavola.L’iperalimentazione infatti è dannosa fin dalla più tenera età: nei primi due anni di vita, oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), determina anche un aumento del loro numero (iperplasia). Da adulti pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all’obesità e una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti. Intervenire durante l’età evolutiva è quindi di fondamentale importanza, perché dà la garanzia di risultati migliori e duraturi.

 

SEDENTARIETÀ

Oltre all’alimentazione scorretta e squilibrata, non è da sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato. I bambini sono spesso accompagnati a scuola dai genitori e passano ore davanti a tv e computer. L’esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo).

Quali attività è meglio fare in età evolutiva? “Lo stile di vita è importante: meno tv e meno computer, più attività fisica che crea autostima e rende il bambino più pronto a fare qualche sacrificio”.

 

CIBO SPAZZATURA

L’aumento della quantità e varietà degli alimenti grassi ed energetici è dannoso. Come pure l’utilizzo di ristoranti e fast food per pranzare e cenare, i quali offrono grandi porzioni a poco prezzo. Anche il numero dei pasti durante la giornata e delle bibite dolci e gasate come sostituzione all’acqua è da tenere sotto controllo. Tutto questo, se non avviene solo in occasioni specifiche che servono per gratificare il bambino, è sbagliato.

Quali cibi non devono mangiare i bambini? “La cosa più semplice ed efficace da fare è quella di evitare le calorie cosiddette sporche (grassi saturi e zuccheri semplici ndr) contenute in bibite gassate, gelati, merendine, e in quasi tutti i prodotti industriali. Bisogna assolutamente evitarli in tavola, ma si possono concedere occasionalmente fuori casa, per creare nel bambino la giusta gratificazione che si associa al cibo. Il problema è che abbiamo spostato l’equilibrio: il superfluo ha preso il sopravvento sul necessario, e questo, in un bambino che tende all’obesità moltiplica il danno. E un bambino obeso, all’80% sarà l’obeso di domani”.

ABITUDINI FAMILIARI

I fattori familiari non sono meno determinanti dei precedenti. L’obesità, sotto certi aspetti, può considerarsi un problema di natura ereditaria e, sotto altri, una conseguenza di fattori ambientali. Un’indagine multiscopo realizzata dall’Istat dimostra che circa il 25% di bambini e adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre la percentuale dei bambini sale a circa il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori.
L’esempio della famiglia è fondamentale: non si può parlare di educazione alimentare se i genitori non iniziano per primi a seguire una dieta equilibrata.

La migliore dieta da seguire? “E’ la dieta mediterranea, che io chiamo tradizione alimentare mediterranea, patrimonio mondiale dell’Unesco. E’ un concentrato di evoluzione e storia dell’uomo, di Scienza dell’alimentazione, di piacere di mangiare e cultura enogastronomica.
L’umanità ha avuto una maestra per milioni di anni, ed è la natura. Dobbiamo solo interpretare la tradizione alimentare mediterranea, lì ci sono tutti gli ingredienti”.

 

CONSEGUENZE

L’obesità infantile porta conseguenze gravi sulla salute: disturbi respiratori, complicanze di tipo ortopedico, dolori articolari. Per quanto riguarda le conseguenze tardive, occorre sottolineare che l’obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta.
Oltre ad avere una maggiore predisposizione al sovrappeso e all’obesità, la persona che è stata in eccesso di peso da piccola risulta maggiormente esposta a determinate patologie, soprattutto di natura cardiocircolatoria, ma anche di tipo endocrino, come il diabete. Da non sottovalutare, le conseguenze di tipo gastroenterico e psicologico.

Quali sono gli effetti che ha l’obesità a lunga scadenza? “Sono terribili, brutti come quelli del fumo: sindrome metabolica, quindi diabete, dislipidemia (grassi nel sangue ndr), malattie cardiovascolari, malattie dello scheletro.
Ogni chilo di grasso in più comporta centinaia di metri di capillari in più, maggiore pressione sulle grandi articolazioni, litri di aria in più per l’apparato respiratorio”.

 

PREVENZIONE

Se il bambino tende ad aumentare di peso, occorre intervenire subito, senza aspettare che ingrassi troppo. Alcuni consigli pratici che il Ministero della Sanità Italiano indica, sono:

  • abituare il bambino a tre pasti regolari composti da una colazione non abbondante ma sostanziosa, un pranzo ed una cena (non eccessivi), intervallati da uno spuntino a metà mattina e una merenda al pomeriggio. Questo gli eviterà i “buchi” tra un pasto e l’altro e lo abituerà a non mangiare fuori orario.
  • Non premiare il bambino con troppi spuntini, specialmente se ricchi di zuccheri.
  • Abituare il bambino ai giochi all’aperto e all’attività fisica.
  • Rispettare i ritmi del sonno per evitare l’instaurarsi di abitudini scorrette.

Quando i chili di troppo sono già evidenti, occorre adottare ulteriori misure. Il pediatra e il dietologo sono infatti le figure più indicate a predisporre un intervento mirato, ma sono sempre i genitori ad avere il ruolo più importante.

Per un ADULTO invece, qual è il momento giusto per rivolgersi al nutrizionista?Molto tempo prima di quando non lo si faccia, è più facile e si fanno meno sacrifici per perdere il peso in eccesso”.

 

TORNARE AL PESO FORMA

E per tornare al peso forma e mantenerlo, come bisogna comportarsi?Fare una dieta dipende dalle coordinate sociali, dall’assetto metabolico, dall’ereditarietà. Senza seguire le mode alimentari, che sono solo un alibi. Negli ultimi decenni il nostro rapporto con il cibo si è profondamente modificato sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, sviluppando alcuni comportamenti poco razionali e di conseguenza dannosi per la salute. I disturbi alimentari dovuti a tali comportamenti”, conclude lo specialista, “possono essere superati riappropriandosi di un corretto rapporto con la natura, rendendoci interpreti di un’alimentazione e di uno stile di vita più sani ed equilibrati. Non trasformiamo la vittoria del consumismo in una disfatta, ma in una rivincita”.

Campagna di prevenzione in corso di attivazione

Lo specialista, convenzionato con la nostra Mutua, riceve per appuntamento in via Pizzoferrato 12, a Pescara.

Per chiedere un appuntamento, telefonare allo 085/4222290.

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